“Lasciateci fallire”, il paradosso che unisce draghetti e liberisti “Lasciateci fallire in pace, banca fallita banca ripulita, l’azzardo morale non è morale”. I ragazzi che bivaccano davanti alla Banca d’Italia gridano slogan ed enunciano concetti che non s’erano mai sentiti. Se non, paradosso dei paradossi, in bocca a quelli che dovrebbero essere i loro più agguerriti avversari ideologici: i liberisti, nemici giurati dei salvataggi, convinti che siamo vittime di un intreccio perverso tra la plutocrazia e l’oligarchia, la maledizione delle 2 W, Wall Street e Washington. Sì, proprio così. Leggi L’establishment schizofrenico che sta con la Bce e con gli indignados di Francesco Forte Stefano Cingolani 15 OTT 2011
La crisi vista dal paradiso Art. 1, comma 2. L’autorità è fondata sul re (presidente) e sul popolo. Essa viene esercitata da entrambi secondo le disposizioni di questa Costituzione”. Fermi tutti. Altro che “We the people”, come scrissero i costituenti americani. Una sovranità divisa, quindi una non sovranità, diceva già nel XVI secolo Jean Bodin. Il presidente, pur eletto dal popolo, diventa un suo pari. E il re non è una mera espressione dell’unità nazionale, trasmette il trono per via ereditaria e cogestisce il potere. Insomma, torniamo agli statuti, al 1848 o prima ancora. Stefano Cingolani 02 OTT 2011
Proposta concreta e controversa per politiche pro crescita “Siamo come su un jet che sobbalza, perché fuori c’è tempesta e l’aereo non è dei migliori. I passeggeri sono allarmati, il pilota sa che non c’è pericolo, ma sa che a lungo andare, senza preavviso, se manca la benzina (cioè la crescita) l’apparecchio può perdere l’assetto di volo e quindi avvitarsi. Un attimo, che può sorprendere tutti”. Luigi Abete, presidente di Bnl e di Assonime (l’associazione tra le società per azioni), descrive al Foglio con un’immagine la crisi. Il velivolo rappresenta l’economia italiana, appesantita dal debito e minacciata da una stretta del credito che per ora non c’è, ma incombe. Stefano Cingolani 26 SET 2011
Bce e governo, sveglia Che cosa aspetta la Bce ad abbassare i tassi di interesse? Fino a quando le cancellerie europee nasconderanno la testa nella sabbia, invece di concordare una politica di stimolo economico? E perché il governo italiano non sblocca l’annunciato programma di sviluppo? Non un piano pluriennale di sovietica memoria, ma misure immediate, rapide ed efficaci per dare slancio alla domanda interna, ai consumi e alla produzione. Le borse scagliano fulmini e saette: quelle europee hanno ceduto tra il 4 e il 5 per cento (Milano il 4,5). Stefano Cingolani 23 SET 2011
La sferzata dei Bernanke Le cinque maggiori banche centrali del mondo (Bce, Federal Reserve, Bank of England, Banca del Giappone e Banca nazionale svizzera) hanno annunciato un intervento coordinato per fornire liquidità in dollari agli istituti di credito europei a corto di biglietti verdi: tre prestiti trimestrali a tasso fisso, a ottobre, novembre e dicembre. E’ una operazione simile a quella realizzata dopo il crac di Lehman Brothers esattamente tre anni fa e ciò fa alzare il livello di allarme. Ma i prestatori di ultima istanza questa volta hanno agito d’anticipo. Un cambio di passo rispetto all’attendismo degli ultimi tempi. Leggi Imprese, piagnisteo e buoni propositi . Confindustria teme la decrescita e va all’arrembaggio riformatore - Leggi La Marcegaglia su Roma di Giuliano Ferrara Stefano Cingolani 16 SET 2011
Alla Germania e all’Europa serve un Krugman a Berlino Pensiamo l’impensabile: non la fine dell’euro perché a questa ormai puntano in molti; tanto meno al default della Grecia perché al fallimento controllato sta già lavorando il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schäuble, e Angela Merkel ieri lo ha di fatto annunciato. No, l’impensabile è che la Germania, scattata come una molla nel 2010, grazie alle esportazioni, lanci un vero e proprio programma di espansione della domanda interna. Leggi L’euromasochismo di Giuliano Ferrara Stefano Cingolani 14 SET 2011
Un Draghi a tre teste Pensiamo l’impensabile: ci sarà ancora la Banca centrale europea quando Mario Draghi il primo novembre entrerà nell’Eurotower da presidente? Con le dimissioni di Jürgen Stark, il rappresentante tedesco, per protesta contro l’acquisto di titoli di stato italiani e spagnoli, comincia la secessione germanica? Domande oscene per ogni eurofilo, ma sono quelle che si fanno tutti, a cominciare da chi ieri ha venduto in Borsa come se piovesse. Il fulmine a ciel sereno (anche se nubi tempestose si erano già addensate da tempo) ha colto il futuro signore dell’euro a Marsiglia, dove si svolge il G7, il vertice finanziario dei sette paesi più industrializzati. Stefano Cingolani 11 SET 2011
Ci vorrebbe un Obama Mentre l’Europa s’arrabatta tra tagli ai bilanci pubblici e stretta fiscale, l’America rilancia. Su questa sponda dell’Atlantico si discute di stabilità, sull’altra di sviluppo. Qui si aumentano le tasse là si riducono. Stefano Cingolani 08 SET 2011
Rivoluzioni neglette Una delle misure più eclatanti della convulsa manovra economica riguarda l’articolo 8 del decreto, dedicato ai contratti di lavoro aziendali e territoriali che possono derogare alle norme con l’accordo dei sindacati più rappresentativi. Eppure, non ha ispirato le firme vagabonde della grande stampa nazionale né i riformatori a corrente alternata del Pd, che ieri ha rilanciato le liberalizzazioni salvo aderire allo sciopero indetto dalla Cgil per oggi. Leggi Sciopero e articolo 18. La strana idea di riformismo che gira nel Pd Stefano Cingolani 06 SET 2011
Giochi tempestosi Nelle stanze di palazzo Mezzanotte dove si celebrano i riti esangui del capitalismo italiano, va per la maggiore un nuovo gioco: lo chiamano Oracolo, dal nomignolo con il quale è conosciuto Warren Buffett. Al tavolo della Borsa di Milano provata dalla tempesta d’agosto, sono seduti in molti, perché nonostante le grida accorate sulla nuova apocalisse (ormai una al mese in finanza, senza contare quel che riesce a escogitare la natura matrigna) la ricchezza non si è magicamente dissolta. Stefano Cingolani 04 SET 2011